Quando è la vita ad invitare

Quando è la vita ad invitare

di Fabio Squeo

Prefazione

di Salvatore Monetti

La grandezza dell’uomo si misura in base a quel che cerca e all’esistenza con cui egli resta alla ricerca. Ecco che l’accurata analisi esistenziale mira a definire l’esistenza, intesa come “progetto” orientato razionalmente dall’esserci che entusiasmato viene sottratto dalla irriflessione ed invitato ad esistere come creatura e creatore. Mentre le cose sono ciò che sono, ovvero, delle semplici presenze, l’uomo è ciò che “ha da essere”, ciò che egli stesso progetta e sceglie di essere. Un esserci che accettando la possibilità più propria del suo destino, ovvero la morte, si pone innanzi alla possibilità di essere se stesso, in una libertà appassionata affrancata dalle illusioni del Si, riconoscendo il significato autentico della sua presenza nel mondo. Invitato a sperimentare la caducità dell’esistenza come propria condizione, dirottando la sua originaria “provocazione”, l’esserci scopre la sua grande dignità la quale si esplica attraverso il suo stesso pensare. Del resto, proprio il pensiero appartiene all’uomo, come l’uomo alla vita, un pensiero che lo rende consapevole ponendolo innanzi alle proprie strutturali aperture, un pensiero che risulta superiore alle stesse scelte e alle condizioni di pensabilità, riconducendo l’intera esistenza umana alla categoria della possibilità.

 

 

 

 

L’altrove della mancanza nelle relazioni di esistenza

L’altrove della mancanza nelle relazioni di esistenza

di Fabio Squeo

Sinossi

Un saggio che ripercorre il pensiero dei massimi esponenti della corrente esistenzialista che
s’impose dopo la fine del secondo conflitto bellico.
Squeo analizza i temi fondanti alla base del pensiero di Lacan, Sartre, Heidegger e Levinàs,
cercando di evidenziarne i punti di contatto e divergenza. Ne fuoriesce il ritratto angosciante e problematico dell’uomo in rapporto con la sua centralità nel mondo e nel suo incessante rapportarsi con l’altro, visto come desiderio, mancanza, assenza. L’essere umano nella sua consapevole finitezza cerca spiragli e appoggi in qualcosa di sfuggente ed è consapevole del vuoto cosmico circostante.
Un lavoro dalle infinite sfumature che dimostra come la filosofia esistenzialista,
cercando di dare risposte all’assoluta inadeguatezza della nostra vita, sia riuscita, attraverso il pensiero dei suoi esponenti, a dimostrare quanto questa sia irreversibile e demoniaca.
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